giovedì 24 giugno 2010

In Polonia da Italiano

Domenica, in un'atmosfera molto tranquilla ed ovattata, i Polacchi hanno votato alle elezioni presidenziali, rimandando di due settimane la scelta definitiva.
Arrivando a Varsavia il venerdi` pre-elettorale insieme al gruppo di Annaviva, la prima cosa che un Italiano nota e` la quasi totale assenza di manifesti: qualcuno in giro se ne trova, ma la capitale non e` tappezzata in ogni angolo, come nelle nostre citta`.
L'atmosfera e` molto tranquilla, la citta` procede come se niente dovesse succedere tra due giorni, le elezioni sembrano l'ultimo problema della maggior parte dei Polacchi.
Nella via principale di Varsavia, ulica Krakowska Przedmiastowa (che piu avanti diventa Nowy Świat), a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, si trovano gli elementi chiave di queste elezioni: il palazzo presidenziale, dove la foto di Lech Kaczyński con la moglie e` esposta e circondata da lumini in loro ricordo e pannelli con immagini dell'incidente; poco piu` avanti il comitato elettorale di Jarosław Kaczyński, che ha scelto una foto molto simile a quella usata dal gemello nella precedente campagna presidenziale, ed uno slogan banalissimo - la Polonia e` la cosa piu` importante - che non porterebbe da nessuna parte in Italia, ma che evidentemente ha grande effetto sui Polacchi in questa situazione; poco prima del palazzo era invece esposta la mostra su Ksiądz Jęrzy Popiełuszko - sacerdote che ha guidato l'avvio di Solidarność ed e` stato recentemente beatificato - mostra che e` stata, non a caso, rimossa lunedi` mattina ad elezioni compiute: la chiesa cattolica polacca, segnata storicamente da un forte nazionalismo, ha letteralmente fatto campagna elettorale in favore del gemello dell'ex-presidente, con manifesti all'ingresso di molte chiese ed esposizione di libri dedicati alla sua famiglia.
Il venerdi` pomeriggio, poco oltre il comitato elettorale di kaczyński, troviamo anche una manifestazione che chiede le dimissioni del premier Donald Tusk, a cui hanno peraltro partecipato poche decine di persone, tutte piuttosto anziane.
Se lo slogan di Kaczyński era, a mio parere, ridicolo, quello di Komorowski, candidato della Piattaforma Civica, non era certo piu` accattivante: "il consenso costruisce".
La campagna dei due candidati principali e` stata particolarmente spenta e noiosa: il candidato liberale, troppo sicuro della sua vittoria, ha tenuto molto bassi i toni, senza proporre niente di nuovo, mentre il conservatore ha giocato tutto sulla commozione seguita alla morte del fratello, ancora viva nei Polacchi.
L'unico candidato interessante, per me, ma per chiunque spettatore esterno, e` stato Grzegorz Napieralski, dell'Alleanza della Sinistra Democratica, giovane (36 anni), con un programma moderno e innovativo, una novita` nel panorama politico della Polonia, troppo inabissato nel suo anticomunismo ipernazionalista e cattolico in una versione molto tradizionalista e per certi versi fondamentalista.
Per certi aspetti ricorda Nichi Vendola: come lui, un outsider, una novita` che attira molti giovani e inizia a rompere gli schemi politici; il suo unico problema e` che, comprensibilmente, per gli anziani, Sinistra e` sinonimo inevitabile di Comunismo e porta il ricordo di un regime oppressivo e anti-democratico, poco importa se, quando e` caduto il muro, Napieralski aveva 16 anni...
In effetti l'unico risultato interessante e` stato il suo: 13,7%, oltre le piu` rosee previsioni.
Ora si aspetta il ballottaggio, con i due candidati separati di 5 punti e alla caccia dei voti della sinistra, chissa` come andra`.
Vista da un Italiano, la sfida e` tra una destra liberale, europeista, laica e moderata, stile Fini, e una destra ipernazionalista, euro-scettica e fondamentalista.
Per i Polacchi non e` esattamente cosi`, ma, per quanto capisca la loro prospettiva, rimango Italiano e posso solo pensare da Italiano.

sabato 12 giugno 2010

Video di Nichi al Pantheon

Sul sito di Sel c'è il video del discorso di Nichi alla manifestazione di Sel al Pantheon di Roma. Un grande discorso da statista, mi sa che mi rimangio quello che ho scritto su Letta...
http://www.sinistraeliberta.eu/articoli/video-nichi-a-piazza-del-pantheon-roma-con-sel-contro-la-manovra

giovedì 10 giugno 2010

Fini non ha più scuse

Fini e i suoi non hanno più scuse, con il ddl sulle intercettazioni sono costretti ad uscire da questa situazione di limbo, un po' dentro un po' fuori dal Pdl.
Devono scegliere: o si adeguano, tradendo la fiducia che si sono creati in tanti cittadini che vorrebbero la costruzione di una destra seria e moderna, o non votano la legge-bavaglio che limita la libertà di stampa e mette in pericolo moltissime indagini importanti.
Ovviamente, se votano contro, sono definitivamente fuori dal Pdl e dalla maggioranza e perdono le posizioni che hanno acquisito in parlamento e nel governo, ma devono rinunciare a qualcosa per il bene del paese.
Se votano a favore, dimostreranno di essere rappresentanti della vecchia politica, che vuole le poltrone e niente più.
Non ci vengano a dire che quelle 24 ore in più di proroga al limite entro cui si può intercettare sono un compromesso importante, non facciano ridere i polli...
Decidano: o stanno dalla parte dello stato liberale e abbandonano lo Psiconano, o stanno con chi non ha rispetto delle istituzioni repubblicane e si preoccupa soltanto dei propri affari privati!

martedì 8 giugno 2010

Ho trovato il leader giusto, forse!

Ascoltando quei simpaticoni di Un giorno da pecora, che per un giorno hanno avuto un ospite decente, ho trovato il leader giusto per il Pd ed il centrosinistra, se il Pd non continua a tenerlo in disparte, nel retrobottega, eterna promessa che rimane un gradino sotto...
Enrico Letta, giovane, cattolico democratico non sottomesso alla Cei, decisionista - cosa rara nel Pd - chiaro quando parla - a differenza di Bersani - sicuro della sua linea, dà pane al pane e vino al vino, poi è anche simpatico, il che non guasta...
Piace a sinistra e piace al centro, non è troppo estremista per perdere il voto moderato né troppo moderato per perdere il voto di quelli di sinistra.
Pazienza se lo zio è il portavoce dello Psiconano e per giunta guru della cricca, protettore di Bertolaso e personaggi simili, non è colpa sua se è nato in quella famiglia...
E' la persona giusta e il Pd che fa? Lo tiene come vicesegretario, lo si fa aspettare, non si sa fino a quando, qui si è giovani fino a 70 anni...
In ticket con Nichi sarebbe perfetto: d'altra parte Nichi è il migliore, ma non può vincere, l'Italia non è pronta, non è in grado di capire, non avrebbe molto voto moderato, ma insieme ad un cattolico democratico giovane e decisionista, si può vincere...
Forse anche a Rho il Pd avrebbe una persona simile, ma in questo caso forse è davvero troppo giovane, per questo giro...

venerdì 4 giugno 2010

Riunione Sel Rho

Settimana prossima il coordinatore e alcuni altri membri di Sel Rho incontreranno altre forze di opposizione per valutare la situazione politica rhodense.
Poi mercoledì 16 giugno alle 21 ci sarà una riunione di Sel Rho nella sede di via Statuto 7, aperta a tutti quelli che vorranno partecipare, senza distinzioni né esclusioni!
Martedì 15 alla Biblioteca Popolare si ritroverà invece il Comitato Acqua Bene Comune del Rhodense

giovedì 3 giugno 2010

Questo è il testo della mail che ho inviato come singolo cittadino al ministro Frattini per protestare contro il voto contrario dell’Italia nei confronti della Commissione d’Inchiesta dell’Onu sull’assalto israeliano a Flottilla.

Per scrivergli, questo è il link: http://www.camera.it/794?mailer_back_end_recipients=frattini_f@camera.it&shadow_deputato=50139


Tramite il sito del ministero, sembra che non sia possibile scrivere direttamente al ministro, c’è solo l’email certificata.

Onorevole Frattini,

sono un giovane cittadino preoccupato per il futuro del paese e del resto del mondo.

Le scrivo in merito al voto contrario dell’Italia nei confronti della Commissione d’inchiesta dell’Onu sull’assalto nei confronti del convoglio umanitario, perpetrato dalla flotta israeliana.

Ritengo che questo voto sia una scelta gravissima, in quanto l’assalto è stato chiaramente un crimine internazionale di stato e come tale dovrebbe essere trattato dalla Comunità Internazionale. Il fatto che tale atto sia stato compiuto da un paese dotato di istituzioni democratiche non può essere considerato come una sorta di attenuante, è anzi un elemento aggravante.

Considero assurda la politica di numerosi paesi occidentali nei confronti di Israele, sempre tendente a giustificare il suo governo ed il suo esercito, perfino alla luce degli atti più terribili. Non si può accettare che questo governo continui a tenere un’intera regione in stato di perenne occupazione e prigionia e a commettere atti di violenza ingiustificata, godendo sempre dell’appoggio di Usa ed Europa.

Lei, in quanto Ministro degli Affari Esteri, ha il dovere di guidare la diplomazia italiana negli interessi del popolo italiano e secondo logiche di giustizia ed equità nei confronti di tutti gli altri stati del mondo.

Se invece intende continuare a prendere in giro gli Italiani, raccontando che l’esercito italiano è presente in Afghanistan in missione di pace, che Vladimir Putin è un leader democratico che rispetta la libertà di stampa e i diritti umani, e che Israele è uno stato democratico rispettoso dei trattati di pace, allora sarebbe opportuno e ragionevole che Lei si dimettesse.

Cordiali saluti, Igor Turconi

martedì 1 giugno 2010

2 Giugno festa di tutti!

Il 2 giugno del 1946 gli Italiani scelsero la Repubblica con un referendum, il 2 giugno del 2010 celebriamo il 64° anniversario dell’inizio della repubblica, ma che cosa festeggiamo in realtà?

E’ la festa delle forze armate, che domani certamente marceranno in grande pompa per le strade delle città italiane, propagandando un vecchio ideale patriottico basato sulla guerra e la sopraffazione dell’uomo sull’uomo?

E’ la festa di una classe politica vecchia, che, anche con il taglio del 10% degli stipendi dei ministri non parlamentari previsto dalla Finanziaria speciale, conserva i suoi privilegi, senza avviare le necessarie riforme?

E’ la festa di un apparato statale, basato su tanta burocrazia e sulle corporazioni, che, allo stesso modo dei politici, difendono i loro privilegi da caste chiuse?

No, il 2 giugno è la festa della “Res Publica”, la festa della cosa pubblica, di quanto, cioè, appartiene a tutti i cittadini, italiani e stranieri: è l’occasione per ricordarci di ciò che è e deve rimanere, o tornare ad essere, pubblico.

Il successo, che la raccolta firme per l’acqua sta avendo in tutta Italia. dimostra come ci sia un grande bisogno di cose che siano pubbliche, di tutti.

Questa stessa esigenza di pubblico emerge dal successo che sta riscuotendo la campagna in difesa per la Costituzione, sentita da tutti come un patriomonio comune e baluardo di civiltà e democrazia.

Anche la forte indignazione, manifestata dagli Italiani rispetto alla scoperta di traffici e privilegi dietro a persone chiamate, per elezione o per nomina, a gestire la cosa pubblica - denaro o istituzione che sia - è segno di questo stesso bisogno generale: chi ha un incarico pubblico, deve perseguire l’interesse comune e non quello privato, suo e di amici.

Dunque il 2 giugno è la festa della cosa pubblica, la festa di quello che appartiene a tutti, quindi, si può dire, è la festa di tutti!